Anello del Moncader
Punto di partenza: Col San Martino
Tempo di percorrenza: 2h
Aumento di quota D+: m 237
Distanza: km 5,6
Grado di difficoltà: E
Nino, un simpatico cuccioletto di Pastore Maremmano, è stato il protagonista indiscusso del giro di oggi tra le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Unesco tutto dedicato a Coldiretti Giovani Impresa del Veneto. Alcune soste tematiche sul paesaggio e curiosità storico culturali hanno permesso a Luca Motta (VR), Alessia Parisatto (PD), Marco De Zotti (TV), Marco Vuerich (BL), Annamaria Mantovani (RO) e Ilaria Pizzolato (VI) di immergersi in questo meraviglioso territorio. Con l’occasione è stato sperimentato a pieni voti un nuovo anello escursionistico pensato per farsi un’idea del Cammino e dei suoi punti di interesse.
Da via Fontana in centro a Col San Martino, camminiamo su via Treviset e poco più avanti deviamo a destra salendo tra le vigne fino alla chiesetta di San Vigilio. Stiamo percorrendo la seconda tappa del Cammino delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene. Proseguiamo su strada sterrata osservando splendidi panorami sulle colline circostanti e verso le Torri di Credazzo, importante complesso fortificato medievale risalente al secolo IX – X. Più avanti, alle pendici del Monte Moncader, la pendenza si fa più sostenuta in vista di Campo Farel, che raggiungeremo dopo un passaggio nel bosco. Qui lasciamo il Cammino delle Colline che prosegue verso la linea delle Vedette, mentre noi deviamo a sinistra scendendo tra le vigne in direzione di Borgo Canal Vecchio per poi dirigerci alla caratteristica chiesetta ottagonale di San Martino. Superato il ponte sul torrente Raboso, ritorniamo in centro a Col San Martino dove si completa l’anello.
Link traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-del-moncader-161444808
Da sapere
Si andava alla chiesetta di Col San Martino a “cavar” il nome con la speranza che il nascituro potesse crescere sano e forte, perché la mortalità era frequente a quei tempi. Oggi invece la motivazione del pellegrinaggio è la difficoltà di rimanere incinte oppure una gravidanza difficile. Da qui la tradizione, che da secoli richiama le coppie ad estrarre il nome del figlio tanto desiderato, chiedendo la grazia al Santo. L’attuale oratorio di forma ottagonale fu inaugurato nel 1927 al posto di una precedente chiesetta distrutta dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale che doveva rappresentare la cappella di un antico fortilizio nei documenti citato come Castelletto.