Auguri dalla Croda che Sona
Il carsismo, tipico delle nostre Prealpi Venete, con la naturale erosione perpetrata dall’acqua, crea forme di ogni tipo sulla rocca calcarea. Pinnacoli, guglie, spaccature, doline, vaschette di erosione, campi solcati. Sul sentiero del Tenente Berry sopra Fregona, emergono spettacolari i massi isolati del carsismo a blocchi, mentre a Cison vi è il labirinto naturale del Paesaggio Lunare, senza parlare di grotte ed anfratti che trovano nel Cagador de Orlando sul San Boldo una delle più belle espressioni. E poi le spelonche, profondissime come l’Abisso Spaurasso di Cima Grappa. Ma vi sono anche delle forme particolari che, per una curiosa combinazione naturale di eventi, isola delle porzioni di roccia rendendole mobili. Sono rarissime queste forme meccaniche e, a Miane, ve ne sono ben due: la Croda che Sona e la Croda che Bala. Oggi, dopo tanti anni che la inseguo, grazie all’amico forestale Carlo Pilat sono riuscito a trovare la prima, poco sopra Posa Granda in Val del Carmine. Secondo la tradizione, l’imponente roccia conteneva un battocchio naturale che, se mosso, produceva un rintocco, da qui il nome. Ho provato a cercarlo, ma pare proprio che si sia rotto quel meccanismo, come mi raccontavano. Peccato, cercherò la Croda che Bala allora. Sono comunque riuscito ad arrampicarmi sopra, scoprendo che dalla cima si apre un panorama fantastico su Miane e Colline Unesco. Da questo punto di vista davvero unico, vi ho mandato a tutti gli auguri di buon fine anno!