Giro del Col de Moi

Tempo di percorrenza: 3h

Aumento di quota D+: m 664

Distanza: km 8,0

Grado di difficoltà: E

 

Osservandolo dalla pianura, il Col de Moi appare come un triangolino che interrompe giusto a metà strada lo skyline della dorsale Cesen - Col Visentin. È meta gettonatissima per le sue impareggiabili visuali che assicurano panorami a 360° sulla pianura trevigiana e verso la Valbelluna. Questo anello, tratto dal mio primo libro Riscoprire le Prealpi Trevigiane, rimane sempre un must dell’escursionismo prealpino in quanto permette di apprezzare la cima senza particolari sforzi fisici, dato che la partenza è posta a quota elevata, nei pressi del Passo di Praderadego.

 

DESCRIZIONE

Dal 12° tornante del Passo di Praderadego si continua per qualche decina di metri fino ad incontrare l’inizio del sentiero Troi de Chegastret, nome curioso che senza mezzi termini descrive l’ambiente ricco di salti, valloni e alte pareti. In realtà la salita si svolge agevolmente con qualche tornantino ripido ma senza particolari difficoltà. Ad un incrocio si prosegue a destra per il Troi delle Ortesie Basse che taglia il pendio meridionale del Col de Moi con passaggi spettacolari e panoramici. Lungo questo tratto vi è una panchina. In seguito, ci immettiamo sul Sentiero n.1072 della Val di Foran e lo risaliamo fino a Forcella Foran, punto di intersezione di diversi sentieri. Si continua ad ovest salendo lungo lo spigolo orientale del Col de Moi per poi raggiungere la grande croce di vetta a m 1358. Da qui si scende verso sud, passando per tratti di bosco e tornantini fino ai ruderi di Casera Bortolotti dove svetta uno splendido faggio. Siamo sul sentiero n.991 che ci porterà poco distanti dal Passo di Praderadego, nei pressi di Villa Toti, che fu proprietà della famosa cantante lirica ed attrice Antonietta Meneghel conosciuta con il nome d’arte di Toti Dal Monte (Mogliano Veneto, 27 giugno 1893 – Pieve di Soligo, 26 gennaio 1975). Percorriamo in discesa la strada del passo per un paio di chilometri verso sud passando di fronte ad una falesia di arrampicata, quindi ritorniamo al tornante di partenza dove concludiamo il giro.

Traccia GPS nel mio canale Wikiloc.

 

DA SAPERE

La storia di Praderadego è davvero avvincente. Come il San Boldo e il Passo di Monte Frasconi (attuale Pian de le Femene) il valico rappresentava una via alternativa altamente strategica rispetto alle più trafficate strade del Fadalto e della stretta di Quero. Di qui sono passati condottieri e mercanti, e tanti pellegrini che dalla Mittel Europa scendevano verso Roma e la Terra Santa in particolare nel periodo compreso tra l’XI e il XVI secolo d.C.. Questi storici flussi di persone imposero necessariamente la nascita di strutture ricettive e segni devozionali. Ecco nascere quindi una locanda con annessa osteria, che tutti conosciamo simpaticamente come “Vin e Pit”, oltre ad una piccola chiesetta che anticamente era intitolata a San Gottardo, guarda caso patrono dei viandanti, oggi a San Fermo e San Rustico. Poco distante, verso il trevigiano, sorge una casa che in passato fu anch’essa osteria, chiamata Stella delle Alpi. Era in concorrenza con Vin e Pit e secondo la memoria storica degli anziani, a quei tempi non erano rari battibecchi tra bellunesi e trevigiani che, con qualche bicchiere di troppo, se le davano di santa ragione. Forse per questo alcuni studiosi ritengono che il toponimo "Praderadego" derivi da "prato della contesa". Sul passo vi è una lapide che ricorda Maria Ganz, locandiera di Vin e Pit tra il 1906 e il 1972.