Il custode delle rocce
Se il Narciso è il Re dei prati, il Raponzolo di Roccia è il Re delle pareti. Rarissimo, microscopico, gracile, super protetto, appare all’improvviso davanti ai free climber, appena dietro l’appiglio. Sfrutta minuscole porzioni di terriccio per alimentare la sua bellezza. In terra tedesca è chiamato Artiglio del Diavolo per i suoi ricciolini all’estremità dell’infiorescenza che sembrano le corna di un diavoletto. Da noi si chiama Raponzolo perché la radice è simile a quella di una piccola rapa. Il termine scientifico è Physoplexis comosa che, tradotto dal greco antico, si associa ad una vescichetta dai capelli lunghi e arruffati. Punteggia l’arco alpino, ma cresce anche in un paio di località delle Prealpi Trevigiane che raggiungo immancabilmente all’inizio di giugno per immortalare le sue sfumature violacee. E, come ieri, lo guardo con attenzione, osservandone ogni suo particolare di straordinaria eleganza. Anche quest’anno ce l’ho fatta.