Il futuro del Cammino è loro
Come si fa a gestire un gruppo di cinquanta rumorosissimi ragazzi tra i 13 e i 15 anni in una serata organizzata in cima al Cesen dalle Protezioni Civili Ana Conegliano e Valdobbiadene, a parlare di Unesco e di Colline?
Beh, semplice: una buona dose di watt dal microfono. Ma non è bastato. Allora li ho portati nel viaggio con le immagini e si sono spalancati gli occhi.
Ed è risultata una delle più incredibili serate mai viste. Che è l’ultima della lunga serie partita quasi due anni fa. Ora il Cammino si inaugura davvero.
Ma torniamo ai ragazzi.
D: le Colline sono bene materiale o immateriale?
R: un po' questo e un po' quello. (incredibile, lo sapevano)
D: cos’è questo castello? (leggi….Torri di Credazzo…)
R: la muraglia cinese! (sbagliato)
D: che differenza c’è tra una chiesetta e un santuario? (proiezione di Collagù)
R: che nel santuario ci sono i santi (la ragazza alla mia sinistra, tutta elegantina)
D: cosa significano C e B in questo cippo di confine? (leggi….regola di Colbertaldo e Barbozza)
R: C sta per cannabis (il moccioso con il cappellino di fronte a me, poi rivelato uno dei più preparati)
D: cos’è sta roba? (leggi QR Code)
R: il querrecode (questa si la sanno, chattoni mascalzoni)
D: e alla fine del Cammino….un bel brindisi (foto del prosecco con sopressa)
R: scroscio di urla e applausi, per non parlare di quel che è successo con l’immagine dello spiedo, ho dovuto battere il cinque a tutti!
Alla fine si è avvicinata una ragazzina che ha fatto diversi sani interventi, l’ho stretta a mio fianco….tu se tremenda…si lo sono…mi ha guardato con gli occhi pieni di vita.
Il futuro del Cammino è loro, decisamente.