Luigi Gregoletto è andato avanti.
Luigi Gregoletto ha contribuito in maniera sostanziale alle mie ricerche dell’area sub-prealpina. Con lui ho scoperto toponimi d’altri tempi, quel “trasversanch” che stentavo soltanto a pronunciare, ancor di più a scriverlo. Era fiero delle sue vigne, abbarbicate sul Col Zanin dove domina la settecentesca villa appartenuta ai nobili Bellati ed oggi parte della sua tenuta. Mi portò a visitare la chiesetta, la meridiana, lo intervistai all’ombra dei “morer” secolari andando indietro nel tempo con i ricordi. Sempre garbato, ma rigoroso e puntuale nelle esposizioni, tanto che ne uscì uno dei migliori capitoli culturali delle mie scritture. Se ne va un altro personaggio delle colline. Ci mancherà, Signor Luigi.