Orlando ci ha lasciati
Un altro personaggio eccellente delle mie ricerche storiche sulle Prealpi ci ha salutato pochi giorni fa. Orlando Beltramin era un uomo d’altri tempi, come quelli che si leggono in qualche libro di storia ingiallito dal tempo. Per niente facile da approcciare, complicato solo entrare nella sua cucinetta di Fadalto dovendo scavalcare gatti, cani e qualche pecora, quando però si trovava la giusta combinazione apriva lo scrigno del suo passato e non te lo scrollavi più di dosso. Ho ricordi incredibili di Orlando, soprattutto a proposito della sua proverbiale memoria. Stentavo a scrivere i soprannomi delle famiglie Salvador delle Caloneghe, sciorinate come una mitragliatrice: Jazinti, Jacomón, Bèri, Zesarìn, Pòldi, Salvador, Gargòri, Pellegrini, Pasqualin, Ciani, Pisani, Troi. Oppure quelli riferiti ai Balbinot: Borich, Barbaro, Tonèi, Sàrmede, Gostìn, Longana, Ròlt, Sartor, Barnàrdi, Svànẑega. Orlando durante un’altra mia ricerca, ha pure recitato a menadito l’interminabile lista di osterie che un tempo popolavano il Fadalto, meriterebbe un posto d’onore all’Eredità prima del TG1. Oggi sono solo ricordi da cartolina in bianco e nero esposta in qualche mercatino di antiquariato. Ma la cosa più straordinaria che è emersa dalle mie interminabili chiacchierate con Orlando, è stato il forziere del Fadalto. Credevo fosse una balla, invece è pura verità come confermò la mia visita all’archivio di Stato di Treviso il 16 aprile 2014. Quel forziere che un ramo dei Balbinot custodisce ancor oggi ad Oderzo, è ciò che resta di un’incredibile vicenda nata agli inizi Ottocento “a bass Fadalt”. Quel denaro smarrito dalla guarnigione di austriaci, permise a Tona Tonei di edificare Borgo Brigola così come lo vediamo oggi. Un borgo nato da un tesoro austro-ungarico, recitava lo speciale della RAI andato in onda qualche settimana dopo. Sono contento di averlo incontrato quell’uomo, lassù ai piedi della Croda de la Zengia. E sono felice di aver fissato i suoi ricordi in qualche pagina dei miei libri.
Ciao Orlando.