PREALPI FLASH - I murales di Fratta e Colmaggiore e il Monte Comun
Distanza: km 7,99
Aumento di quota D+: m 337 m
Tempo di percorrenza: 3h 30’
Grado di difficoltà: basso
Descrizione:
Fratta e Colmaggiore di Tarzo sono borghi conosciuti grazie alla vicinanza dei laghi della Vallata ma anche per i murales che da qualche anno abbelliscono le pareti delle case. Questo itinerario è studiato per visitare le varie opere, passeggiando tra le viuzze dei due paesi e nella parte finale si è deciso di inserire la salita al vicino Monte Comun. Dal monumento di piazza IV Novembre a Tarzo, si seguono i segnavia n.1051 e 1051B che ci porteranno su Via Valmus e sul sentiero Foran. Raggiunta la provinciale, in breve ci troviamo all’inizio della Via dei Murales che entra nel borgo di Fratta. Percorrendo la via del paese in direzione est si incontreranno diverse opere, alcune dedicate all’emigrazione, altre ad antichi mestieri e tradizioni popolari. Dopo una breve deviazione in centro dove vi sono altri affreschi, si continua per Colmaggiore. Anche qui i temi delle opere sono basati sulla cultura popolare, come ad esempio la festa della castagna. Si segue l’indicazione per il Va delle Femene, un antico luogo di incontro per le lavandaie ai bordi del lago di Santa Maria, oggi area picnic, quindi si giunge alla latteria di Colmaggiore per poi imboccare la Cal da Bar, antico sentiero che conduce a Nogarolo. Arrivati al paese, deviamo su via dei Pauli che ci condurrà nella campagna, incontrando l’inizio del sentiero che sale al Monte Comun (m.490). Alcuni passaggi nel bosco sono un po' esposti e dobbiamo prestare attenzione. Dalla vetta si osserva, a sud, l’abitato di Introvigne, mentre a nord la vista si perde sulla Vallata dominata dai due laghi. Si scende ripidamente sul versante ovest del monte fino ad entrare nella periferia di Tarzo tramite via del Castello e da qui, in breve, si concluderà l’anello nuovamente in centro.
Curiosità:
Poco distante da Intovigne nel Seicento pare esistesse una villa assai sfarzosa, dotata di cappella privata e stupendi giardini arricchiti da splendide fontane. Era la Villa di Bellostare, ricordata in un’ode dal letterato Giorgio Graziani «di questo Palagio s’invaghirebbe qualunque spettatore». Peccato che oggi non sia rimasto più nulla di tutto ciò, se non le campane della chiesa di Nogarolo che sembrano essere appartenute proprio a quelle della villa, oltre ad una strada, via Belstar non a caso.
Le foto e la traccia GPS sono disponibili nel sito www.lazione.it
La mappa è stata elaborata dallo scenario: 3Dolomiti - © Consorzio Dolomiti