Quando le tabelle (e la corretta toponomastica) fanno bella la montagna

Dopo parecchi anni – forse troppi, a dire il vero – sono tornato a percorrere un sentiero che pensavo fosse ormai dimenticato. Ricordo che una quindicina di anni fa versava in cattive condizioni, con la traccia che si perdeva. Invece, con mia grande sorpresa, ho trovato una situazione completamente diversa: il sentiero è ora ben curato, la traccia è chiara, gli alberi e i rami sono stati tagliati dove serviva e, cosa ancor più sorprendente, ci sono nuovi segnavia che allora mancavano del tutto. Sto parlando del percorso che, partendo dal Fontanel del Laip, porta alle Casere Vanon e sale fino alla Cisa, sul versante orientale del Passo San Boldo. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato vedere che la toponomastica è stata finalmente recepita e riportata in modo corretto. Il Torresel è al suo posto (tanti lo scambiano per il torrione roccioso con la bandiera, che invece è la Pèra o, meglio ancora, la Croda del Pravadoff). Ci sta se da Torresel diventa Toresel, sono comunque declinazioni dialettali). Sono tornato a casa felice di aver visto che quanto avevo scritto e documentato in passato (in questo caso nel mio primo libro) è stato preso in considerazione da chi si occupa di segnaletica e manutenzione dei sentieri. Tra gli addetti ai lavori so che c’è Diego Faraon, e colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente. Questi sono gli interventi, apparentemente piccoli, che rendono davvero bella la nostra montagna.