Sulla Strada del Genio
Tempo di percorrenza: 4h
Aumento di quota D+: m 470
Distanza: km 9,9
Grado di difficoltà: E
Con la proposta n.07 di Trodoi/Trails, ci spostiamo a Cismon del Grappa, nei pressi della importante sorgente dei Fontanazzi. Poco distante sorge l’oratorio di Nostra Signora del Pedancino, assai amata dagli abitanti della zona. Il percorso ad anello percorre la Strada del Genio, pregevole opera militare costruita dal Regio Esercito per collegare il Forte Tombion con il Col del Gallo e tocca il grazioso paese di Incino, posto in posizione panoramica sul Lago di Corlo.
L’itinerario parte dalle Case Vannini, posto a nord di Cismon del Grappa a poca distanza dall’oratorio di Nostra Signora del Pedancino. Ci spostiamo verso ovest e, seguendo il cartello “Strada del Genio”, fiancheggiamo la ferrovia per poi incontrare l’inizio della strada militare che sale tramite numerosi tornanti con pendenza costante. Durante il cammino incontreremo alcune strutture difensive e vari punti panoramici sulla valle. Lasciata sulla sinistra la deviazione per San Vito e Primolano, proseguiamo verso una sorgente per poi incontrare una strada asfaltata nei pressi di un capitello in loc. Casere (m 524). Qui deviamo a destra camminando in discesa su un bel sentiero che porta ad un altro capitello posto in posizione dominante su un piccolo vigneto quindi, superata una cisterna in pietra e le Case Martinato, giungiamo nel borgo di Incino con la bella chiesa dal campanile turrito. Ci portiamo più a valle passando davanti ad una antica fontana e seguiamo le indicazioni per la diga, che attraversiamo camminando lungo il suo coronamento, quindi entriamo in galleria e giungiamo all’abitato di Corlo. Da qui deviamo sulla strada a destra e poco dopo ci immettiamo su un sentiero che scende nel bosco incontrando la Casera Stalletta. Immessi sulla strada per il Col dei Prai, scendiamo ai Porteghetti di Cismon del Grappa, poco prima di chiudere l’anello al punto di partenza.
Link traccia GPS: https://it.wikiloc.com/wikiloc/user.do?id=5704141
Da sapere
- La devozione alla Madonna del Pedancino risale al Settecento, quando la sua statua lignea, sfuggita all'iconoclastia dell'imperatore d’oriente Leone Isaurico, fu ritrovata da un pastore sordomuto ai piedi del monte Incino, da cui prese il nome (Pedancino significa ai piedi di Incino). Le celebrazioni decennali hanno origine da un evento del 1748, quando un'inondazione devastò la Valbrenta, portando via la statua della Madonna del Pedancino fino a Friola di Pozzoleone, a oltre trenta km di distanza. Qui, per grazia divina, giunse intatta e venne riportata in processione a Cismon. Dal 1814 si commemora questa ricorrenza il 18 di agosto con cadenza decennale. La statua oggi è custodita nella parrocchiale di Cismon. Le corone della Vergine e del Bambino sono state create nel 1924 grazie alla fusione degli oggetti d’oro donati dalla popolazione.
- Il sentiero che scende ad Incino è protetto da muri a secco dove si scorgono le tipiche rocce locali: biancone, rosso ammonitico e calcare grigio. Di tanto in tanto si intravede qualche sasso di granito e di porfido erratico che danno la testimonianza del passaggio dell’antico ghiacciaio provenienti dal Trentino nelle grandi ere glaciali.