Ieri ho rivisto Gaetano
Nel 1974, in una cava posta a nord di Vidor, vennero rinvenuti i resti di uno strano animale che poi gli studiosi realizzarono essere uno dei più grandi esemplari di mammut mai rinvenuti in Europa. Lo si capisce bene da questa immagine della zampa: era alto 3,80 metri alla spalla quel bestione che i ricercatori battezzarono simpaticamente Gaetano. Ma come mai un mammut proprio dalle nostre parti anziché in Siberia? Settantamila anni fa, durante l’ultima glaciazione, due lingue glaciali raggiungevano la pianura trevigiana, una a est e una a ovest della dorsale prealpina. Lo spessore di neve e di ghiaccio calava progressivamente per lasciare il posto ad una steppa con ciuffi di graminacee e qualche arbusto, ambiente ideale per questi grandi erbivori tipici delle regioni dell’Europa orientale e dell’Asia. Anche qui scorrazzavano questi grandi animali, là dove oggi sorgono vigneti e borghi. Nella zona tra San Giovanni di Valdobbiadene e Vidor si era formato un lago più o meno grande come quelli della vallata di Revine, a causa dello scioglimento dei ghiacci, e tutt’attorno si creò un ambiente paludoso. Proprio qui fu segnato il destino di Gaetano che, rimasto intrappolato nel fango, morì e per una straordinaria combinazione di eventi fisici si conservò fino ai giorni nostri. Oggi il mammut riposa, silenzioso, al museo civico di Crocetta del Montello. Il prossimo anno lo festeggeremo con tanti eventi perché saranno i 50 anni dalla sua scoperta.