Il Troi de la Zengia
Guardate bene questa foto, è il Troi de la Zengia, sul Fadalto. Si tratta dell’antico collegamento che univa il piccolo paese di Caloniche con l’Alemagna. Era percorso quotidianamente da residenti, suore, insegnanti, parroci. Questo fino al 1931, quando venne costruita l’attuale carrozzabile diretta a Caloniche di Sopra (detta anche Borgo Salvador), con una successiva diramazione per Caloniche di Sotto nel 1954. Prima, per raggiungere il paese, si doveva camminare, e tanto. Il passaggio chiave è quello della foto, la famosa “zengia”, cengia a dirla in italiano. Sotto i piedi del viandante, decine di metri più in basso, solo dirupi, oggi gli svincoli autostradali di frettolosi automobilisti e la palestra di roccia. Il toponimo Caloniche, ancor meglio Caloneghe, significa luogo che era in passato di proprietà dei canonici della cattedrale di Ceneda. Calonega è trasformazione dialettale di canonica, casa di abitazione del parroco, curato, canonici; caloneghi, di canonici: quei sacerdoti che appartengono al Capitolo di una Cattedrale. Gran parte degli abitanti avevano il cognome Salvador, specialmente nel borgo superiore che, per questo motivo, è chiamato Borgo Salvador. Per distinguere le varie famiglie, si ricorse pertanto ai soprannomi, per cui a Caloniche di Sotto vivevano i Salvador detti Jaẑinti, che si distinguevano dai Jacomón, dai Bèri, dai Ẑesarìn oppure dai Pòldi, mentre di sopra vi erano i Salvador detti Gargòri (più tardi “italianizzati” in Gregori), ma anche i Pellegrini, i Pasqualin, i Ciani, i Pisani, i Troi. Gli abitanti, agli inizi del Novecento, erano così numerosi che l’8 giugno 1924 fu necessaria l’edificazione di una chiesetta intitolata a Santa Augusta, mentre nel 1946 fu realizzata una piccola scuola, adattando una stanza privata messa a disposizione da parte di uno dei “Jaẑinti”. Andateci in quel piccolo paradiso.