La chiesetta che non c'è
In tanti anni di camminate ne ho viste di tutti i colori. Ma una chiesetta mai consacrata, questa mi mancava. Perché ci voleva il versante nord delle Prealpi per trovare questa strana e incredibile storia, come direbbe Lucarelli. E sarebbe proprio un affare per lui. Ma andiamo per ordine, in queste ultime settimane sto girando tra i sentieri di Zelant, nel bellunese, dove tanti anni fa si faceva anche la sagra. Percorsi diversi rispetto alla trevisana, più dolci, maledettamente lunghi, ma così carichi di fascino che non sono capace di togliermeli dalla testa. Poco distante, a Montagna di Carve a un tiro di schioppo dal fascinoso Castello di Zumelle, c’è un gruppo di case, sotto al secolare castagneron. Da lì son partiti molti Da Canal, anche una promettente Miss Italia che ora vive altrove. Quale sarà mai stato il motivo che ha mosso Paolo Da Canal e alcuni suoi amici a portare in cima al “Col de la Ceséta” la sua carriola carica di pietre per edificare una chiesa cento anni fa? Un voto per chissà quale sventura oppure un campanilismo così acceso, tale da rendere quel paesino posto tra Mel e Praderadego del tutto indipendente dalla borghesia di Carve? Nessuno lo sa. Vero è che la chiesa esiste sul serio ma non fu mai consacrata, nemmeno con le più insistenti suppliche rivolte ai più alti prelati da parte dei “Sala”, questo era (ed è tuttora) il soprannome di un ceppo dei Da Canal che da sempre popolano quel fazzoletto di terra bellunese. La chiesetta si trova abbarbicata sul cocuzzolo di un colle tra la Val del Ẑei e la Val de Chegastrét, seminascosta da un boschetto di roveri e carpini e per raggiungerla bisogna percorrere un sentierino sopra profondi valloni. Ed è pure ben fatta, con una bella abside che non teme confronti con quelle di altre (vere) cugine limitrofe. Assunse il ruolo, ahimè, di ricovero per polli e conigli, più che luogo di culto per i fedeli. Ho avuto fortuna di conoscere Angelo Bruno Da Canal tanti anni fa. Oggi non c’è più. Visse in compagnia del suo amato gattino in quelle splendide alture. Mi mostrò il Bastone del Pellegrino, sull’asta era incisa tutta quella storia, rigorosamente in dialetto stretto. Avrebbe voluto una chiesetta per sé e per i suoi paesani, lassù sulla Montagna di Carve. Andate a vedere quel sogno mai realizzato, se mai vi capiterà.