La leggenda della Valle di San Daniele


Valle del Rujo, si legge nelle mappe, ma per la gente di Cison di Valmarino è anche la Valle di San Daniele. Perché c’è una chiesetta intitolata a tale santo, nei pressi del Bosco delle Penne Mozze. Si dice che questa chiesetta sia figlia di un piccolo sacello che un tempo sorgeva lungo il sentiero che dagli Ortesei porta a San Gaetano. Oggi restano solo pochi ruderi di quell’antico luogo. Secondo la tradizione, lì viveva un eremita che pregava avanzando in ginocchio lungo il sentiero, fino a ferirsi le ginocchia. Dove cadeva il suo sangue, sbocciava il fiore di San Daniele, che gli esperti chiamano Daphne Cneorum. Ancora oggi, nel mese di maggio, quel fiore cresce rigoglioso in quella zona, come se la leggenda vi avesse lasciato un segno. La tradizione racconta anche che l’acquasantiera presente nella chiesetta del Bosco delle Penne Mozze provenga proprio da quel sacello antico, a testimonianza di un legame che il tempo non ha spezzato. Le leggende, per quanto semplici o dimenticate, custodiscono frammenti di identità che nessuna mappa può raccontare. Sono ricordi di Amelio Sasso, scomparso il 13 settembre 2021. L'antico sacello lo trovate nell'itinerario n.16 "A passeggio nella Valle del Rujo" del libro "Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene".