La stecca prealpina - Giorno n.26
Abbiamo già parlato della linea di colline che corre da Vittorio Veneto ad Asolo. Oltre alla loro bellezza estetica, hanno anche un’altra particolarità. All’interno si estendono numerosi filoni di carbone fossile risalenti a milioni di anni fa. Grazie a ciò, fino a metà del Novecento si è concentrata una forte attività di estrazione in particolar modo nei Colli Asolani e a Refrontolo. Il carbone in genere serviva come combustibile per l’industria militare, specialmente nei periodi di guerra. Veniva trasportato a valle con un trenino Decauville e da lì caricato su camion a vapore diretti verso le industrie di Castelfranco. Ancora oggi sono presenti alcune gallerie, le più belle poste attorno al Molinetto della Croda a Refrontolo e proprio qui negli anni Quaranta si registrarono purtroppo gravi infortuni, in taluni casi mortali come quanto accaduto a Pietro Raffaele Pol il 19 settembre 1942, Filippo Soldan il 23 Luglio 1947 e Tarcisio Moschetta il 15 ottobre 1947. Una sorta di “piccola Marcinelle” che fu causata dalla scarsa sicurezza a cui i lavoratori della locale cooperativa dovevano sottostare. L’ambiente di lavoro era a dir poco infernale e molto spesso si manifestavano crolli in galleria per mancanza del legname necessario a rinforzare le volte. Questo problema fu risolto più tardi grazie ad un particolare sistema di consolidamento ideato da Edoardo Luciani che, tra l’altro, fu uno dei fondatori della Birra Pedavena e inventore dell’integratore alimentare Bovis. Con la chiusura di questi impianti, a metà Novecento, i minatori vennero impiegati in parte nelle locali cave di pietra, in parte nelle miniere sarde del Sulcis, mentre altri emigrarono all'estero. (in foto: gruppo minatori di Refrontolo – 1946)
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