La stecca prealpina - Giorno n.30

Le Colline di Susegana, così belle e così ricche di semplici sentieri, furono luoghi particolarmente strategici durante la Prima Guerra Mondiale, in virtù della loro posizione ideale sul fiume Piave che rappresentava la linea di confine tra le nostre truppe e quelle dell’esercito austro-ungarico. Lungo la strada che da Casa Coste conduce a Collalto, sorge Casa Montone che, tra il 1968 e 1991, fu un’osteria gestita dalla famiglia Bardin. Qui accadde un fatto tragico durante la Grande Guerra che vide coinvolti questa volta non italiani o austriaci, ma legionari cecoslovacchi. Siamo nel giugno 1918, durante la Battaglia del Solstizio, e qui la sera del 15 giugno il comando austro-ungarico radunò duecento prigionieri italiani. Tra questi vi erano dieci cecoslovacchi che furono giustiziati sul posto dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa. Le legioni cecoslovacche erano delle unità militari che combatterono a fianco della Francia, Inghilterra ed Italia per promuovere l’indipendenza dall’impero austro-ungarico a cui formalmente appartenevano. Erano quindi considerati traditori e questo è il motivo di tanta ferocia attuata nei loro confronti. Da notare che i soldati che si unirono agli italiani, indossavano un’uniforme del tutto simile ai nostri Alpini, con medesimo cappello e divisa. Le mostrine erano differenti nel colore, rosso e bianco come l’emblema del loro stato e portavano il pugnale come gli Arditi. Oggi una targa in metallo ed una lapide in pietra fissate alle pareti di Casa Montone, ricordano quei tristi fatti e periodicamente alcune delegazioni giungono dalla Repubblica Ceca e Slovacca per rendere omaggio ai martiri caduti per la loro causa di libertà.

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