La stecca prealpina - Giorno n.29

Se aguzzate la vista verso i dolci pendii del Cesen, tra giugno e ottobre di ogni anno noterete un piccolo pallino colorato tra le zampe dell’ippopotamo di abeti che lassù chiamano Domion. È la tenda di Angelo Zanotto, il piastrellista di Guietta che da oltre quarant’anni passa le estati alla vecchia maniera, ripercorrendo l’arte della fienagione in montagna così come suo padre Giovanni gliel’aveva insegnata da ragazzino sui pascoli di Pian de Farnè. Domion è l’Endimione, il giovane principe eternamente addormentato che nella mitologia greca appare sdraiato nel suo sonno infinito, ma Angelo è tutt’altro, perché dorme poco e si alza prestissimo al mattino per scendere a valle a posar piastrelle, poi ogni sera ritorna ai 1240 metri dove l’aspetta la tenda e l’amata falce, pronta a sciabolare l’erba più buona che si possa immaginare tra la settima e ottava presa. Poco distante le bruno alpine di malga Domion sono in attesa di quella deliziosa cenetta, pronte per produrre latte a prova di mucche color lilla. Angelo è classe 1951 e non lo si direbbe vedendolo danzare su quei ripidi pendii. Sarà la sua passione a tenerlo così allenato, lo sci di fondo, che ha richiamato pure Maurilio De Zolt in quella tenda a far festa. E tra uno sfalcio e l’altro, Angelo si ferma qualche minuto a contemplare la pianura, ci sono altri pensieri laggiù.

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