La stecca prealpina - Giorno n.37

L’aveva scelto bene quel colle il perfido Madruch per costruirsi il suo piccolo maniero. Dall’alto della Turris Nigra si vede tutto, ma proprio tutto. La pianura trevigiana a sud di Vittorio Veneto, la vallata di Revine, la linea della dorsale prealpina, la Val Lapisina e soprattutto, sotto ai suoi piedi, controllava perfettamente ogni movimento sulla stretta di Serravalle. Madruch, che storia strana quella del re barbaro così crudele da aver ucciso pure la figlia Augusta che non voleva saperne di seguirlo nelle sue angherie. E per questo la ragazzina divenne martire e santa tanto da meritarsi un tempio aggrappato sulle pendici del Monte Marcantone lungo la Costa di Serravalle. Se i Vittoriesi ne sono così devoti, qualcosa di importante deve essere capitato davvero, perché nei secoli sono nate leggende, tradizioni, feste, curiosità. Vediamole insieme:

  • fino a pochi anni fa la maestosa gradinata che dall’oratorio di Sant’Elena conduce al Santuario, veniva percorsa in ginocchio dai fedeli
  • alla sinistra dell’altare con le reliquie della santa si trova una struttura a forma di parallelepipedo in verghe metalliche sagomate con un’apertura. Inserendo il capo nel piccolo pertugio si guarisce dal mal di testa
  • Passando nello stretto varco tra le colonnine in pietra dietro all’altare, si combattono le malattie alla schiena
  • lungo il sentiero che conduce al santuario incontriamo vari capitelli tra cui quello dedicato a Sant’Augusta dove fu compiuto uno dei miracoli. Ai suoi piedi una pietra con un’iscrizione «aperse il manto: i pani erano fiori». Per tradizione viene abbellita da mazzolini di fiori posati dai fedeli.
  • Nel territorio di Vittorio Veneto sono ben quattro i siti religiosi dedicati alla santa: oltre al Santuario, vi sono la chiesetta alle Caloniche, il capitello ai Dodici Ponti, il capitello ai Con Alti
  • Sant’Augusta ancora oggi viene ricordata il 22 agosto in occasione di una fiera in cui si svolge uno spettacolo pirotecnico noto come i “Foghi de Santa Augusta”
  • ed infine, nel 1630 i Serravallesi fecero il voto a Santa Augusta per ottenere la grazia di essere preservati dalla peste. E furono esauditi. È il caso di invocare la Santa anche per il Coronavirus, mi sa.

Nel disegno, la leggenda di Santa Augusta, opera di Fabio Vettori.

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