La stecca prealpina - Giorno n.46

Capitelli, madonnine, croci di vetta, i nostri sentieri sono pieni di questi segni devozionali, una pratica in disuso oggigiorno, eppure per secoli hanno accompagnato la gente di montagna nella loro attività. Vien subito da pensare che il motivo principale della loro presenza fosse puramente lo scopo religioso. Non è proprio così. Oltre agli aspetti legati alla preghiera, come rogazioni, voti o fioretti, rappresentavano anche un punto di riferimento di tipo geografico. Dire «ci vediamo al capitello di Sant’Antonio» o «alla Madonnina gira a destra» era come usare un primordiale navigatore satellitare. Punti fiduciari fondamentali durante gli spostamenti ad inizio e fine stagione nell’antica tradizione dell’alpeggio, quando si svolgeva la transumanza per portare gli animali al pascolo nelle alture di media montagna. Ma erano anche un valido motivo per tirare il fiato durante le estenuanti salite in quota, specialmente per gli anziani. Mi sono chiesto come mai nessuno li riproponga più. Per anni ci ho pensato fino a quanto mi è capitata l’occasione di realizzarne uno. Tenevo d’occhio la splendida grotta a 900 metri di quota che si incontra sul Troi de le Casere, quello che da Borgo Collón porta dritto dritto a Forcella Zoppèi. La chiamano il Landro, un luogo magico, silenzioso, anche mistico a dire il vero. La casa ideale per una Madonnina, che mi fu regalata qualche anno fa da mio zio Renzo. Detto, fatto, ho contattato il mio amico Francesco Piazza di Lorenzago, maestro del ferro noto per aver realizzato diverse opere per il Santo Padre, e con lui è stato creato il tabernacolo. Poi ho chiesto ai proprietari del sito, i fratelli Segat, e ben volentieri mi hanno concesso il permesso. E così l’11 settembre 2016 grazie a volontari ed amici si è svolta una bella festa in grotta, con tanto di messa celebrata da Don Alessio Magoga di fronte ai fedeli accorsi a vedere la Madonna del Landro del Collón. Da allora la festa si ripropone ogni anno la seconda domenica di settembre. Quando ci passo davanti mi fermo e, alzando lo sguardo, medito.

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