La stecca prealpina - Giorno n.18
Io lo chiamo il piccolo San Boldo. Una stradicciola che sale serpeggiando verso i ripidi pendii di Combai. Siamo al margine del Bosco del Madean, fondo prediale di origini antichissime appartenuto al veterano romano Metellus e questa è la storia dei nostri conterranei che durante la Grande Guerra hanno dovuto inventarsi ogni cosa per sfamarsi. Sono arrivati pure a mangiarsi le pantegane a Belluno, lo stesso Molesini parla del prete che ammazza il ratto a Refrontolo. Qui a Combai pensarono bene di prendere in mano pala e piccone per obbedire agli austriaci che volevano una via alternativa al Passo San Boldo. Lo scopo era sempre quello: consentire i collegamenti tra Treviso e Belluno. Uomini, donne, pure i bambini lavorarono duramente per settimane durante la costruzione di questo minuscolo valico in cambio di 43 mila razioni alimentari. Ecco perché è stata chiamata “Strada de la Fan”, come “l’an de la fan”, l’anno della fame, l’unico metodo che avevano per sfamarsi tra il “17 e il “18. Gira in queste brutte giornate una frase alquanto azzeccata: “ai nostri nonni fu ordinato di andare in guerra, a noi stanno chiedendo di stare sul divano”. Pensiamoci, quando ci lamentiamo per la fila davanti al supermercato.
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