La stecca prealpina - Giorno n.40
Osservate la parete di sinistra nella foto, ci sono tante stampelle allineate lasciate dai fedeli. Mi ha sempre incuriosito questa storia legata ad un patrono particolare. Ma andiamo per ordine. Abbiamo già detto più volte come i valichi prealpini siano stati attraversati nel corso dei secoli da pellegrini che hanno lasciato in qualche modo la traccia del loro passaggio sugli usi, costumi, cognomi, tradizioni. Spesso portavano con sé il culto dei santi che essi veneravano, motivo per cui comparvero nel corso dei secoli varie intitolazioni non propriamente prealpine in capitelli, chiesette, oratori. Mi piace chiamarle impronte dei pellegrini. Abbiamo già visto Santa Ottilia, ma vi è anche San Rocco, lui stesso pellegrino, che contrasse la peste nel suo lungo vagare, guarito grazie all’aiuto del suo cane che gli portava ogni giorno un pezzo di pane. Da noi è venerato in moltissime località come intercessore contro le pestilenze, tema più che mai attuale proprio oggi, quarantesimo giorno esatto di quarantena da Coronavirus. Ma il patrono del pellegrino tanto caro a noi escursionisti, quale sarebbe? C’è un po' di confusione in merito. San Nicola, patrono dei fanciulli e dei prigionieri, è invocato anche dai pellegrini che si imbarcavano per la Terra Santa. Questo aspetto legato alla navigazione è stato assunto in seguito dagli zattieri come loro protettore, tant’è che sono sorte le chiesette di Pedeguarda di Follina e quella di Tovena che risultano sulla via di ritorno di questi antichi navigatori. Vi è poi San Giacomo, Santiago per gli Spagnoli, che noi tutti conosciamo come patrono del pellegrinaggio più famoso al mondo da farsi rigorosamente con bastone e capasanta. Da noi guarda caso lo si ritrova lungo una inusuale linea est – ovest che punta proprio alla penisola iberica: a San Giacomo di Veglia, a Valmareno, a Guia. Torniamo ora alla foto di apertura, è stata scattata all’interno della chiesa di San Gottardo lungo la Via degli Ospizi a Mas di Sedico, nel bellunese. Lassù il santo è venerato contro le malattie agli arti inferiori, infatti appare nel quadro in veste di pellegrino con i piedi deformati dalla fatica. Ecco perché vi è l’usanza di appendere sulla parete le proprie stampelle come ex voto dopo la guarigione. San Gottardo, molto diffuso in Svizzera tanto da meritarsi pure un famosissimo valico, da noi è divenuto il vero santo protettore dei pellegrini. È presente nella chiesa di Mura, giusto ai piedi del Passo San Boldo, ma lo troviamo anche ad Asolo dove, agli inizi di maggio, si svolge una festa in suo onore che prevede la benedizione dell’olio di San Gottardo necessario a curare i dolori reumatici.
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