La stecca prealpina - Giorno n.42
È uno dei più spettacolari e rari fiori di montagna, super protetto. In terra tedesca è chiamato Artiglio del Diavolo, perché i due ricciolini all’estremità dell’infiorescenza sembrano le corna di un diavoletto. Da noi si chiama Raponzolo di Roccia dalla forma della radice, simile a quella di una piccola rapa. Il termine scientifico è Physoplexis comosa che, tradotto dal greco antico, si associa ad una vescichetta dai capelli lunghi e arruffati. Chiamatelo come volete, è uno dei fiori più belli in assoluto. È raramente visibile in tutto l’arco alpino tra la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia e cresce pure sulle nostre Prealpi in un paio di luoghi segretissimi. Io li ho potuti fotografare in poche occasioni ai primissimi giorni di giugno qualche anno fa e quello che vediamo nella foto era veramente spettacolare a causa di un periodo molto piovoso. Sembra impossibile che un gioiellino tanto esile e delicato trovi il suo habitat in minuscole porzioni di terriccio depositato negli anfratti della roccia, eppure è così. Questo fiore ha proprio la particolarità di crescere sulle pareti verticali di montagna, ho constatato personalmente come riesca a sfruttare pochi grammi di terriccio incastrato laddove un ottimo free climber farebbe fatica a trovar appiglio. L’infiorescenza, racchiusa da foglie grossolanamente dentate, è composta da un unico capolino che a sua volta emette 15-30 fiori il cui colore presenta una bellissima sfumatura tra una tonalità violacea e un rosa pallido. Talvolta è soggetto ad albinismo, che rende la colorazione molto chiara, spesso addirittura bianca. Forse questo riusciremo a vederlo dopo la quarantena, ma…riuscirete a trovarlo?
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