La stecca prealpina - Giorno n.43
Quando passate per Collalto lungo uno dei numerosi percorsi escursionistici tra le belle colline di Susegana, fermatevi per un attimo nel boschetto di fronte alla chiesa all’interno del castello. Vi è un piccolo edificio di mattoni dalla forma squadrata, dentro il quale è ricavato un androne buio e tremendamente umido. Circola una leggenda a proposito di quella stanza che parla della condanna alla goccia di Collalto, una tortura applicata in epoca medievale in vari castelli del Triveneto. Anche a Pergine Valsugana è presente insieme ad un’altra leggenda, quella della Dama Bianca che, guarda caso, è molto simile alla nostra Bianca di Collalto. Nella prigione c'era una nicchia dove il condannato era costretto a rimanere seduto con le mani e la testa immobilizzate tramite anelli ed ancoraggi infissi sul muro. Egli subiva lo stillicidio di una goccia d'acqua che cadeva ininterrottamente per ore ed ore sulla sua testa da un foro praticato sulla volta, finché era costretto a confessare. Leggenda o realtà? Questo non lo sappiamo, molto spesso certi racconti sono frutto della fantasia popolare, ma se solo toccate l’argomento a Collalto o Barbisano, vi sentirete rispondere senza mezzi termini «la ioza de Coalt l’é sacrosanta verità!».
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