La stecca prealpina - Giorno n.5
Quando passeggiamo sul filo di cresta delle nostre Prealpi, pensandoci bene è facile supporre quanto importanti fossero già in epoca molto antica i collegamenti tra la pianura trevigiana e la terra bellunese. Così è stato per i Bizantini, i Longobardi, i Franchi, i Bellunesi, i Cenedesi, i Veneziani e tanti altri. In genere ci riferiamo alla stretta di Quero o del Fadalto, ma anche le mulattiere minori, che passavano per Praderadego, San Boldo e Pian de le Femene, ebbero la loro importanza strategica. Durante i periodi di maggior tensione bellica, queste direttrici furono protette mediante la costruzione di fortilizi e torri di avvistamento. E così a partire da ovest si possono identificare il Castrum Costae di Cison (oggi Castelbrando) posto a protezione del passo di Praderadego e della parallela valle di San Daniele, quest’ultima dotata di una torre posta sulla cima dove oggi sorge il capitello di San Gaetano (qui è presente, come in luoghi vicini, il toponimo “Castelaz”). Più ad est si incontra la Torre di Tovena, posta alla base del passo San Boldo a quota m. 397 in posizione non proprio facile da identificare, ma è lì da secoli che ci guarda ogni giorno mentre percorriamo i primi tornanti (la vedete nella foto). Era in perfetto allineamento con il “Castel di Gai”, oggi parte di una abitazione privata sulla morena di Gai a fondovalle. Ed infine, a partire da Revine, esisteva una antica mulattiera chiamata Cal da Mont che risultava importante dato che era la più diretta congiunzione tra Vittorio Veneto e Belluno. Per questo, poco sopra il Santuario di San Francesco lungo la Strada de le Musse si incontrano i resti di un altro fortilizio, Castegna Maor. Le mura, ancora oggi visibili, sono alte ben 5 metri e fan supporre che il sito avesse una notevole rilevanza visto che è allineato con le fortificazioni di Serravalle (Castegna Maor venne utilizzato per l’ultima volta a livello bellico il 3 maggio 1848 quando una trentina di insorti bellunesi oppose resistenza a 150 austriaci giunti dal soprastante passo di Monte Frascon, oggi Pian de le Femene, durante il Risorgimento). Parallelamente, il versante bellunese era presidiato da altre roccaforti di notevole importanza: Castello di Zumelle, Castelvint, Casteldardo, San Pietro in Tuba, Crede e Castion.
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